RGB vs CMYK
di Emanuele Nonni
CHE IL COMBATTIMENTO SUL COLORE ABBIA INIZIO
RGB vs CMYK: due mondi di colore
Capita spesso che un cliente chieda: “Perché i colori che vedo a schermo non sono gli stessi della stampa?”
La risposta è tutta in questi due acronimi fondamentali per chi lavora con l’immagine: RGB e CMYK.
Due linguaggi diversi per rappresentare il colore, ognuno con un proprio campo di utilizzo e una propria logica visiva.
RGB
COSA SIGNIFICA
RGB significa Red, Green e Blue – rosso, verde e blu.
È il modello di colore additivo, utilizzato da monitor, smartphone, TV e dispositivi digitali.
In RGB i colori derivano dalla combinazione della luce:
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rosso + verde + blu al massimo producono bianco,
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l’assenza di luce produce nero,
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le varie combinazioni generano milioni di sfumature intermedie.
In sintesi, l’RGB è ideale per tutto ciò che viene visualizzato su schermo, dove la luce è parte integrante del colore.
CMYK
COSA SIGNIFICA
CMYK significa Cyan, Magenta, Yellow e Key (Black).
È un modello di colore sottrattivo, impiegato nel mondo della stampa tipografica e digitale.
In questo sistema i colori si ottengono mescolando inchiostri: ogni pigmento assorbe una parte della luce riflessa dalla carta.
Quando i quattro canali si combinano, generano l’intera gamma di colori stampabili.
In sintesi, il CMYK è lo standard per brochure, biglietti da visita, cataloghi, packaging e tutti i materiali destinati alla stampa.
LA DIFFERENZA VISIVA
Uno stesso colore può apparire diverso nei due spazi.
Ecco perché:
RGB può rappresentare una gamma più ampia di colori (soprattutto tinte brillanti e fluorescenti).
CMYK ha una gamma più ridotta, quindi alcuni colori intensi — come verdi, arancioni o azzurri molto saturi — appaiono più spenti in stampa.
Per questo motivo, un file pensato per il web (in RGB) può risultare “smorto” se stampato senza conversione in CMYK.
Confrontando i 2 spazi colori con il grafico qui sotto riportato la differenza è lampante.
| Caratteristica | RGB | CMYK |
|---|---|---|
| Tipo di colore | Additivo (luce) | Sottrattivo (inchiostro) |
| Supporto | Digitale (monitor, schermi) | Stampa (carta, materiali fisici) |
| Gamma cromatica | Più ampia e brillante | Più ridotta, meno saturata |
| Nero | Somma dei tre canali | Colore separato (K) |
| Utilizzo ideale | Web, app, social media, video | Stampa tipografica, editoria, branding cartaceo |
RGB o CMYK?
La scelta dipende dal tipo di progetto:
- Se il lavoro è destinato al web o ai social, utilizza RGB.
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Se invece sarà stampato, lavora direttamente in CMYK o converti i colori prima della consegna.
Impostare fin dall’inizio il profilo colore corretto evita errori e differenze cromatiche tra monitor e stampa, garantendo un risultato professionale.
Perché conoscere la differenza tra RGB e CMYK è importante
Capire la differenza tra RGB e CMYK significa lavorare in modo consapevole e professionale.
Una corretta gestione del colore permette di:
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garantire fedeltà visiva tra digitale e stampa;
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evitare ristampe costose;
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assicurare coerenza cromatica su tutti i materiali di comunicazione.
Conclusione: due linguaggi, un unico obiettivo
RGB e CMYK non sono in competizione, ma complementari.
L’uno lavora con la luce, l’altro con la materia.
Un designer professionista deve saperli far dialogare per ottenere coerenza, equilibrio e qualità in ogni progetto, sia su schermo che su carta.

