COME PROGETTARE UN CARTELLO PUBBLICITARIO: PSICOLOGIA, LEGGIBILITÀ E CONTESTO
di Emanuele Nonni
NULLA AL CASO
La segnaletica pubblicitaria non è solo “un cartello con del testo”: è uno strumento di comunicazione rapida, che deve catturare l’attenzione, farsi capire in pochi istanti e rispettare il contesto in cui è inserita.
Per progettarla al meglio è necessario combinare:
- principi di psicologia della percezione;
- studi su colori, contrasto e dimensione dei caratteri;
- attenzione a contesto urbano e carico cognitivo (quanto “sforzo mentale” richiediamo a chi legge).
1. IL TEMPO DI LETTURA
PERCHÉ LA “PULIZIA” È FONDAMENTALE
Le ricerche sull’attenzione visiva mostrano che, in ambiente urbano, un automobilista o un passante dedica spesso meno di 2–3 secondi a un’insegna o a un cartello pubblicitario. In situazioni di guida veloce il tempo effettivo scende anche sotto il secondo.
Questo implica:
- il messaggio deve essere immediatamente decodificabile;
- ogni elemento grafico superfluo aumenta il carico cognitivo e rallenta la lettura;
- la “pulizia” grafica (poco testo, buon contrasto, gerarchie chiare) è un fattore direttamente legato alla sicurezza e all’efficacia comunicativa.
La psicologia cognitiva parla di principio di economia cognitiva: il cervello tende a privilegiare stimoli semplici, chiari e strutturati. Layout complessi, troppi caratteri diversi o colori eccessivi riducono la leggibilità e la memorizzazione del messaggio.
2. COLORI E PSICOLOGIA
QUALI USARE E PERCHÉ
2.1 Contrasto prima di tutto
Prima ancora del significato emotivo dei colori conta il contrasto.
Studi sulla leggibilità confermano che:
- combinazioni ad alto contrasto (es. nero su bianco, bianco su blu scuro, giallo su nero) sono le più leggibili anche a distanza;
- contrasto insufficiente (es. grigio su sfondo azzurro chiaro, rosso su sfondo verde) rallenta la lettura e aumenta gli errori di riconoscimento.
Per un cartello pubblicitario leggibile:
- usa 1 colore di sfondo dominante;
- 1 colore principale per il testo;
- al massimo un terzo colore per evidenziare parole chiave o elementi grafici (icone, loghi).
2.2 Significato psicologico dei colori (in sintesi)
Pur con variabili culturali, ci sono alcuni trend abbastanza consolidati in letteratura:
Rosso
- alta salienza (attira subito lo sguardo);
- associato a urgenza, attenzione, stop, promozioni;
- ottimo per call to action (“ORA”, “-50%”, “INGRESSO”) ma da usare con moderazione.
Giallo
- molto visibile, spesso associato ad avvisi, attenzione;
- su sfondo scuro (nero/blu) è tra le combinazioni più leggibili anche da lontano.
Blu
- percepito come affidabile, istituzionale, rassicurante;
- ideale per indicazioni direzionali, servizi, aziende che vogliono comunicare serietà.
Verde
- richiamo a natura, sicurezza, “via libera”;
- funziona molto bene per brand eco, farmacie, indicazioni “percorso sicuro”.
Nero / Grigio scuro
- perfetto come colore del testo per la massima leggibilità;
- comunica solidità, eleganza, professionalità.
Bianco
- non è solo “vuoto”: è spazio di respiro, permette ai contenuti di emergere;
- fondamentale per la pulizia visiva (margini, spaziature, allineamenti)
Regola pratica: scegli una palette di 2–3 colori al massimo per cartello. Più colori = più tempo per interpretarli, meno impatto.
3. DIMENSIONI DEL TESTO, QUANTITÀ DI CONTENUTO E GERARCHIE
3.1 Quanto testo inserire?
Studi sul comportamento visivo mostrano che leggiamo cartelli e annunci per blocchi, non parola per parola. In ambito pubblicitario outdoor, la regola empirica spesso citata è:
un messaggio ideale per un cartello stradale o urbano non dovrebbe superare 7 parole chiave.
Non è una legge assoluta, ma un’indicazione utile:
- Titolo/claim principale: 4–7 parole;
- Sottotitolo opzionale: 1 riga breve di chiarimento;
- Eventuali informazioni aggiuntive (orari, servizi, contatti): in corpo più piccolo, ma sempre leggibile.
3.2 Gerarchie di testo
Per facilitare una lettura rapidissima:
Titolo principale
- deve essere leggibile a grande distanza;
- carattere sans-serif (es. Helvetica, Arial, Futura, ecc.) per maggiore leggibilità;
- tutto maiuscolo SOLO se corto (poche parole): altrimenti riduce la velocità di lettura.
Secondo livello (sottotitolo o tagline)
- leggermente più piccolo;
- aiuta a specificare l’offerta o il vantaggio (“Parcheggio gratuito”, “A 200 m sulla destra”).
Dettagli minori (indirizzo, sito, telefono)
- leggibili da distanza medio-breve;
- da usare consapevolmente: se l’utente è in auto non memorizzerà numeri lunghi; meglio un sito corto, un QR code in contesti pedonali, ecc.
3.3 Dimensione minima dei caratteri
La leggibilità dipende dalla distanza di lettura. Una formula molto usata in ambito segnaletica è che ogni centimetro di altezza del carattere sia leggibile a circa 3–4 metri di distanza, in condizioni buone.
Esempio pratico:
- Lettere alte 5 cm → leggibili approssimativamente a 15–20 metri;
- Lettere alte 10 cm → 30–40 metri;
- Lettere alte 20 cm → 60–80 metri.
Per sicurezza, chi progetta segnaletica spesso sovradimensiona leggermente le misure per compensare:
- velocità di passaggio (auto vs pedoni);
- condizione di luce non ottimali;
- difetti nella vista di una parte del pubblico.
4. LA “PULIZIA”DEL LAYOUT
MENO È MEGLIO
4.1 Spazi bianchi e margini
La ricerca sulla percezione visiva evidenzia che il raggruppamento visivo (principi della Gestalt) aiuta a capire rapidamente cosa è importante. Lasciare:
- spazio bianco attorno al titolo;
- margini generosi;
- distanze chiare tra titolo, testo, logo e eventuali icone;
permette al cervello di “segmentare” l’informazione a blocchi. Un cartello pieno fino ai bordi viene percepito come caotico e richiede più tempo di elaborazione.
4.2 Limitare font e stili
Per una segnaletica pubblicitaria efficace:
- massimo 2 famiglie di font (es. uno per il titolo, uno per il corpo);
- massimo 2–3 pesi (es. regular, bold, eventualmente light);
- evitare l’abuso di corsivi, ombre, contorni, effetti 3D che peggiorano la leggibilità.
L’obiettivo non è “dimostrare creatività”, ma minimizzare il tempo che passa tra lo sguardo e la comprensione del messaggio.
5. ADATTARE IL CARTELLO AL CONTESTO
STORICO, URBANO, EXTRAURBANO
5.1 Centri storici
Nei centri storici la segnaletica pubblicitaria vive una doppia tensione:
- deve comunicare in modo efficace;
- deve rispettare il contesto architettonico e paesaggistico.
Suggerimenti:
- colori meno aggressivi, palette più sobrie e armonizzate con i materiali (pietra, mattone, intonaci chiari);
- prediligere fondi chiari con testo scuro per non “staccare” in modo violento dal contesto;
- ridurre la dimensione visiva complessiva ed evitare formati che coprono elementi architettonici;
- lavorare di più su pittogrammi chiari e su testi brevi (molto traffico pedonale, lettura ravvicinata).
In centri storici con forte valore turistico, è importante anche la multilingua: meglio icone universalmente comprensibili e poche parole molto chiare, piuttosto che blocchi di testo in tre lingue.
5.2 Centri urbani moderni
In contesti urbani contemporanei:
- l’ambiente è già molto rumoroso visivamente (cartelloni, insegne, vetrine, traffico, persone);
- il rischio è “sparire” nel rumore di fondo.
Qui la strategia è:
- puntare su contrasto elevato e colori forti (ma sempre coerenti con il brand);
- utilizzare formati verticali o orizzontali ben proporzionati e facilmente riconoscibili;
- semplificare al massimo il messaggio: una sola idea principale per cartello;
- considerare il percorso dell’utente: dove si fermerà? Da che distanza guarderà? A che velocità passa (a piedi, in auto, su mezzi pubblici)?
Per esempio: in una zona con molta mobilità lenta (pedoni, biciclette) si può permettere un grado leggermente maggiore di dettaglio (es. elenco breve di servizi), mentre vicino a incroci trafficati è meglio mantenere solo indicazioni essenziali.
5.3 Contesti extraurbani e stradali
Qui entrano in gioco:
- distanza di lettura maggiore;
- velocità di passaggio più alta;
- condizioni di luce variabili (sole diretto, pioggia, riflessi).
Buone pratiche:
- testo molto grande, con pochissime parole;
- palette ad alto contrasto (es. fondo blu o verde scuro con testo bianco; fondo giallo con testo nero per messaggi di attenzione);
- evitare sfondi complessi, fotografie molto dettagliate o pattern;
- privilegiare la combinazione: logo + claim breve + freccia direzionale chiara.
Qui la pulizia del layout non è solo una scelta estetica, ma un elemento che influisce direttamente sulla sicurezza stradale e sulla reale comprensione del messaggio.
6. PROCESSO PROGETTUALE
COME PROGETTARE AL MEGLIO UN CARTELLO PUBBLICITARIO
Riassumiamo in una sorta di “checklist” operativa.
6.1 Definire obiettivo e destinatario
- Qual è l’obiettivo principale? (farti trovare, far sapere un’offerta, spiegare un servizio?)
- Chi lo leggerà? (automobilisti, pedoni, clienti già in loco, turisti di passaggio?)
- Quanto tempo avrà per guardarlo? (secondi, frazioni di secondo, tempo di attesa semaforo?)
6.2 Strutturare il contenuto
- Frase/claim principale (idea unica, memorabile, 4–7 parole);
- Eventuale sottotitolo (chiarisce il valore: “Parcheggio gratuito”, “A 200 m”);
- Dettagli minori (indirizzo sintetico, sito corto, icone servizi, QR in contesto pedonale).
6.3 Scegliere colori e font
- Palette di 2–3 colori, con contrasto forte tra sfondo e testo
- Font sans-serif, pulito, con varianti di peso limitate
- Evitare effetti decorativi inutili (ombre, outline eccessivi, gradienti complicati).
6.4 Definire gerarchie e layout
- Titolo grande, ben centrato nell’area di massima visibilità;
- Logo ben leggibile, ma senza rubare ruolo al messaggio principale;
- icone chiare dove servono (parcheggio, toilette, Wi-Fi, ecc.);
- margini ampi, spazi bianchi generosi tra i blocchi.
6.5 test su distanza e velocità
- stampa una bozza in scala e fai simulazioni (es. guardarla da lontano lungo un corridoio);
- verifica che il messaggio sia comprensibile in meno di 2–3 secondi di sguardo;
- chiedi a persone diverse: “Che cosa hai capito in un attimo?” Se non sanno rispondere con una frase chiara, probabilmente il cartello è troppo complesso.
CONCLUSIONI
Un buon cartello pubblicitario è l’incontro tra scienza della percezione e buon senso progettuale:
- pochi elementi, molto chiari;
- colori pensati per il contrasto e il contesto;
- testo minimo, gerarchie nette;
- adattamento preciso al luogo (storico, urbano, extraurbano) e alla modalità di fruizione (a piedi, in auto, in sosta).







